BACCALA LE SUE ORIGINI

BACCALA LE SUE ORIGINI

La storia del baccalà, o stoccafisso, ha radici antiche e fonda le sue origine come alimento di sopravvivenza per i popoli che vivevano in zone costiere o lungo i fiumi dell'Europa del Nord. La tecnica di essiccazione del pesce, che prevedeva la salatura e l'esposizione al sole o al vento, consentiva di conservare il pesce per periodi di tempo molto lunghi, senza la necessità di utilizzare metodi di refrigerazione.

L'uso del pesce secco era comune tra i popoli scandinavi, i vichinghi e i baschi, ma fu solo con l'arrivo dei Normanni in Norvegia nel IX secolo che la pratica di conservare il pesce diventò un'attività di larga scala. Il pesce essiccato veniva poi scambiato con altri beni, come il grano, e trasportato lungo le rotte commerciali del Mar Baltico e del Nord Europa.

Fu grazie alla marineria veneziana, nel XV secolo, che il baccalà diventò un ingrediente comune nella cucina italiana. Pietro Querini, un patrizio veneziano, si imbatté nel pesce secco durante un viaggio in Norvegia, dove era stato costretto ad approdare dopo che la sua nave era naufragata durante una tempesta. Durante il suo soggiorno nell'arcipelago norvegese delle Lofoten, Pietro Querini notò che il pesce secco era l'alimento principale dei pescatori locali e decise di portarne con sé una piccola quantità al suo ritorno a Venezia.

Il baccalà venne subito apprezzato dai veneziani per la sua capacità di durare a lungo e per la sua versatilità in cucina. Venne quindi introdotto nella tradizione culinaria veneta e diffuso in tutta Italia. Tutt'oggi il baccalà resta uno dei piatti tipici della tradizione veneta, e viene preparato in 3 varianti: in rosso, mantecato e alla vicentina. Il baccalà è diventato uno degli ingredienti più amati della cucina italiana e continua a essere esportato in tutto il mondo, conservando la sua posizione di protagonista indiscusso della gastronomia del mare.